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Astro Flò | Rimini nello Zodiaco

Terminata la descrizione dei dodici segni zodiacali e prima di passare all’analisi dei pianeti, vogliamo rendere omaggio alla città dov’è nata e opera Musica di Seta, una Rimini scorpionica che sa dare il meglio di sé nelle situazioni difficili, e che è rinata in più occasioni e in tante epoche diverse. E che sia di buon auspicio la sintonia tra la città e Chiara Raggi, ideatrice di Musica di Seta, anche lei Scorpione

RIMINI  NELLO ZODIACO

Chi si propone di scoprire la città di Rimini allontanandosi dal lungomare, da discoteche, e luoghi sacri al divertimento, può iniziare l’itinerario  entrando nel Tempio Malatestiano, una delle più alte creazioni del Rinascimento. Qui, l’appassionato di astrologia potrà soffermarsi nella 3° cappella a destra, detta “dei pianeti”, costruita tra il 1449 e il 1454, la cui sistemazione architettonica è opera di Matteo de’ Pasti mentre ad Agostino di Duccio vanno attribuite le decorazioni scultoree. La cappella “dei pianeti” è la testimonianza di quanto la cultura astrologica fosse diffusa presso la corte di Sigismondo Malatesta tanto da far pensare che la città di Rimini tenesse rapporti con altri centri astrologici quali Ferrara e Padova. Inoltre indizi di una cultura astronomica-astrologica non ristretta alla corte ma diffusa in vari ambienti della città, e che dal sec.XV giunge fino quasi alle soglie del  sec.XIX, si trovano nella biblioteca Gambalunghiana. Nel corso dei secoli ci fu un lungo dibattito su quale segno attribuire a Rimini che vide concordare gli studiosi sul segno dello Scorpione, la cui prevalente simbologia è rintracciabile in molti aspetti della città. Non deve dunque trarre in inganno, nella cappella “dei pianeti”, la formella che vede il Cancro sovrastare la città di Rimini: l’abbinamento infatti va ricondotto alla data di nascita di Sigismondo Malatesta, avvenuta nel giorno in cui il Sole entrava nel segno del Cancro. E’ davvero un peccato che questo bellissimo pannello, che offre una veduta simbolica della città, sia tra quelli più rovinati dalla guerra. Il carattere stesso della famiglia Malatesta, letteralmente “testa calda” “attaccabrighe”, riconduce a un segno zodiacale in cui i pianeti dominanti sono Marte e Plutone. Le cronache che descrivono Sigismondo esaltano, oltre che la forza e la violenza fisica, anche l’astuzia, l’ardimento, l’audacia mentale, nonché la capacità di frode e inganno. Queste caratteristiche fanno scartare l’ipotesi dell’Ariete (domicilio di Marte, Plutone e Sole) per farci abbracciare quella dello Scorpione in cui Marte e Plutone si alleano a Mercurio, pianeta dell’intelligenza ingegnosa, quella che dà il meglio di sé quando affronta situazioni di rischio e pericolo. Sigismondo poi, condottiero spregiudicato e senza scrupoli nel battersi  al soldo di vari Signori, non esitava neppure a scontrarsi col proprio fratello Novello Malatesta, conducendo, in tal modo, un abile gioco politico (la politica è sempre governata dallo Scorpione). Il fratello, che era schierato con il partito vincente, avrebbe ricevuto in premio castelli e terreni, col risultato finale che la famiglia Malatesta non avrebbe subito perdite (tanto per rispettare il gioco logico della simbologia opposta allo Scorpione-quella del Toro-legata alla tutela dei beni del proprio casato). Il denaro serviva a Sigismondo per mantenere una delle corti più eleganti che l’Italia ebbe nel ‘400, cui approdavano architetti, scultori, pittori, poeti, filosofi. Lo sfarzo, la magnificenza e il lusso in cui visse a Castel Sismondo (per nulla testimoniato dallo stato in cui si presenta oggi) offrono il quadro di una simbologia leonina. Segno, il Leone, dove ha domicilio quel Sole che, proprio nella cappella “dei pianeti” del Tempio Malatestiano voluta da Sigismondo, è posto nella chiave di volta dell’arco, in posizione preminente –da dominatore del cosmo- e che sottende, forse, una qualche allusione al protagonismo di Sigismondo stesso. Quella leonina è una simbologia che troviamo presente, aggiornata alle espressioni del nostro secolo, in ogni avvicendarsi di estate, quando la città di Rimini –insieme a tutto il litorale romagnolo- diventa protagonista delle vacanze, capitale di un turismo che offre svaghi e divertimenti di ogni genere, allettanti attrazioni notturne (valori leonini) grazie alla capacità di accogliere chi non appartiene al proprio territorio (Scorpione), in quella infinita distesa di  dimore precarie (Scorpione) costituita dagli alberghi. Il fatto di scoprire poi che tra gli ospiti occasionali di Rimini e riviera si nascondano, magari sotto falsa identità, mafiosi o delinquenti legati al mondo della prostituzione o della droga, non fa che confermare, rafforzandolo, il lato scorpionico sulla cui prevalenza non ci sono dubbi. Quella di concedere la cittadinanza allo straniero è per Rimini tradizione antica, risalente addirittura al 1200: diventava riminese chiunque avesse soggiornato un anno in città e non fosse stato reclamato da alcun Signore.  E’ inoltre scorpionico  proprio l’aspetto più evidente  della città e di tutta la costa romagnola: la sua morte –apparente- invernale (Plutone dello Scorpione), la sua rinascita estiva (Marte e Mercurio dello Scorpione). E straordinaria rinascita è stata la ricostruzione avvenuta nel dopoguerra dopo i bombardamenti che avevano rasa al suolo la città tra novembre del 1943 e settembre ‘44. Il visitatore della cappella “dei pianeti” potrà soffermarsi sul segno o sul pianeta che più lo riguarda lasciandosi avvolgere dall’atmosfera complessiva di un mondo celeste che si trova collocato di fronte e simmetrico al mondo terrestre, raffigurato dalle “arti liberali”, scolpite nella 3° cappella a sinistra del Tempio Malatestiano. Quasi a significare quanto il mondo silenzioso delle stelle interagisca e influisca sulle attività umane nel loro affannoso svolgersi.

Floriana Raggi   

La foto qui sotto è lo Scorpione che trovate nella Cappella dei Pianeti all’interno del Tempio Malatestiano di Rimini.