Elizabeth Cotten – Volume 3: When I’m gone
di Luca Guidi
Questa volta voglio fare una piccola eccezione: quello di cui vi parlerò non si può definire un album in senso stretto, almeno per quel che riguarda la concezione moderna di album, che prevede un insieme di canzoni raccolte intorno ad un’idea discografica precisa. Niente di più lontano, qui troverete solo un’artista con la sua chitarra, intenta a suonare brani scritti nell’arco di una vita intera, davanti a un microfono che ne immortala le performance.
Vale la pena fare capolino nella storia di Elizabeth, per sua natura inscindibile dalle canzoni.
Nata nel 1893 in un piccolo paese del North Carolina, si sceglie da sola il nome quando le viene chiesto durante il suo primo di giorno di scuola. In famiglia veniva da sempre chiamata semplicemente Li’l Sis, sorellina.
Inizia prestissimo a suonare la chitarra, manifestando uno spiccato talento che la porta a suonare principalmente durante le funzioni religiose.
Nell’età adulta Elizabeth viaggia molto, divorzia dal marito, lavora come domestica ma soprattutto smette completamente di suonare per più di 20 anni.
Vuole il caso, diviene la domestica della famiglia Seeger, famosi musicisti e studiosi di musica folk americana.
In quegli anni riprende lo strumento in mano, reimpara a suonare da capo e attira l’attenzione dei Seeger, che iniziano a registrarla e a far girare il materiale.
La vita artistica di Elizabeth Cotten inizia, di fatto, mentre iniziano gli anni 60, anni di riscoperta della musica blues e ragtime, anni, per lei, di concerti internazionali sino ad allora neanche immaginati.
Veniamo a parlare di Volume 3: When I’m Gone.
Si tratta dell’ultima pubblicazione dell’artista americana, una raccolta di canzoni e di strumentali alla chitarra, scritte in periodi distanti tra loro, testimonianza della forza e della vitalità espressiva maturata nel corso degli anni.
La voce talvolta è presente e chiara come in Praying time will soon be over, talvolta risente dell’età avanzata, come in Freight train, senza però mai rimetterci in forza narrativa.
La tecnica chitarristica, unica e poetica, nata da un’impostazione mancina su di una chitarra per destri, è di livello altissimo. Influenzata dal ragtime, Elizabeth suona contemporaneamente bassi, accompagnamenti e melodia con destrezza e sicurezza, il suo tocco ci proietta nelle desolate e sterminate campagne americane.
Il disco, registrato nel 1979, racconta tutta una vita. Freight train è stata scritta quando Elizabeth era solo un’adolescente che fantasticava sentendo passare un treno vicino casa. Al contrario When I’m gone, una delle sue ultimissime composizioni ci anticipa quanto sentiremo la sua mancanza quando non ci sarà più.
Elizabeth, la sentiamo tantissimo, la sentiamo in tantissimi.
GUIDI ALL’ASCOLTO #5 | Elizabeth Cotten – Volume 3: When I’m gone
Crediti:
L’immagine di copertina è una illustrazione di Federico Russo