PSICOCOSE | PREMI E DIVARIO DI GENERE
di Martina Baiocchi
Brit Awards 2022: eliminate le categorie di premio uomo/donna, 10 categorie su 15 sono state vinte da donne o da gruppi con il leader donna, l’artista più premiata è stata Adele, una donna.
I Brit Awards consistono in un evento annuale nel Regno Unito in cui vengono assegnati premi musicali sulla base di categorie prestabilite, per esempio: miglior album, miglior singolo, miglior artista. La scelta di non avere più categorie specifiche di genere (male/female) è sicuramente innovativa per un evento così importante, anche se in passato altri eventi avevano già provato a proporre categorie uniche. Tale decisione consente una maggiore inclusività anche per chi non si riconosce nel genere maschile né femminile e sembra un traguardo importante per la parità di genere.
Perché c’era bisogno di premi dedicati ad un genere specifico? Ancora adesso in tantissimi ambiti diversi (dalla politica ai riconoscimenti artistici) si parla di “quote rosa”. Esse sono un mezzo necessario per ottenere la considerazione del femminile, almeno al pari del maschile. Soprattutto nei contesti considerati stereotipicamente maschili (es: la scienza, alcuni sport, l’industria musicale…) la considerazione di una quota rosa è fondamentale per non rendere le donne ancora più “invisibili” di quello che sono. Il problema è che spesso, anche quando le donne e gli uomini hanno la possibilità di occupare posizioni simili e ricevere gli stessi premi, la parità che si può osservare è solo apparente. Infatti, spesso si verifica il Gender Gap: il divario di genere, ossia la differenza di condizioni e trattamento nei vari campi della vita, insieme al più specifico Gender Pay Gap, che riguarda le differenze nella retribuzione sulla base di una stessa posizione ricoperta. Tale divario va, ovviamente, a sfavore delle donne che vengono retribuite meno degli uomini a parità di incarico e spesso fanno fatica ad essere considerate per ruoli non convenzionalmente femminili. Tutto ciò ha forti ripercussioni psicologiche e fisiologiche che, come si può immaginare, sono state ulteriormente aggravate dai periodi di lockdown. Diversi studi, di cui uno molto esteso della Columbia University, mostrano come le donne siano più soggette degli uomini ad ansia e depressione e come spesso questi disturbi siano dovuti al Gender Gap e alla posizione marginale che viene attribuita alla donna anche in ambito famigliare in fatto di decisioni. È stato osservato che nelle situazioni di divario salariale si triplica, per le donne, la possibilità di cadere in depressione o di soffrire di ansia. Al contrario, quando sul posto di lavoro le donne guadagnano quanto i loro colleghi anche il rischio di depressione diventa uguale.
Una ricerca realizzata da Spotify sul Gender Gap nell’industria musicale italiana mostra che circa 1 artista su 4 nelle classifiche è donna: le donne rappresentano tra il 20% e il 25% del totale delle presenze nelle classifiche ufficiali. Quindi c’è ancora molta strada da fare per colmare l’ampio divario di genere, ma ci sono sempre più iniziative per favorire la presenza delle donne agli eventi musicali e sui canali di streaming. Bisogna continuare a impegnarsi per far sì che donne e uomini possano giocare nello stesso campionato, a pari condizioni e con ugual valore.
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L’immagine di copertina è una illustrazione dedicata di @chimbo.gne [IG]