IL BRUNCH DELLA DOMENICA | IN BASILICATA
di Andrea Amati
Cercando di non impazzire per la situazione assurda che stiamo vivendo e che sembra non avere ancora fine dopo più di un anno, una delle poche certezze che mi rimangono sono il disco che vorrei registrare e il mio brunch domenicale, per me decisamente più facile da preparare rispetto alle mie canzoni.
Ho firmato proprio questa settimana un programma d’intenti da presentare alla prossima amministrazione comunale riminese dopo che Rimini si è candidata ad essere una prossima Capitale della Cultura (per il 2024) e mi sono ricordato di quando, nel 2019, visitai la città capitale della Cultura di allora, Matera; che è in Basilicata, ça va sans dire…
Ah, la Basilicata! Nel mio immaginario la Basilicata è sempre stata il nostro Nebraska, quello cantato da Springsteen; una regione profondamente autentica, con forti radici rurali, aspra e profondamente poetica, in cui si mescolano orgogliosamente fragilità e possenza, anime contadine e resistenza sociale. In un film molto bello di qualche anno fa (“Basilicata coast to coast”) il lucano Rocco Papaleo diceva che la Basilicata è come l’esistenza di Dio, un qualcosa in cui o credi o non credi. Affascinato da questa terra, tra i tanti, anche il grande scrittore Carlo Levi che scriveva “La Lucania mi pare più di ogni altro, un luogo vero, uno dei luoghi più veri del mondo […] Qui ritrovo la misura delle cose”.
E da questa terra, che considero come una sorta di pivot di tutto il nostro Sud , non vi parlerò di due album, non elencherò un disco in italiano e uno in dialetto e non citerò nemmeno due cantautrici… questo perché c’è una voce, quella di Unaderosa, che in pratica copre tutte queste categorie e diventa automaticamente una fuori categoria sia per quanto è brava sia per le tantissime cose a cui lavora. Tra le tante sicuramente la più importante è quella con i Renanera, un gruppo che mescola in modo davvero interessante melodie e tradizioni musicali mediterranee con l’elettronica creando un cortocircuito sonoro davvero apprezzabile.
I Renanera (che vedono anche Antonio Deodati alle tastiere e programmazioni, Alberto Oriolo al violino e tammorra, Pierpaolo Grezzi alle percussioni e Massimo Catalano alle chitarre) sono una delle realtà più vive e sorprendenti non solo della Basilicata ma di tutto il Paese:
- Diversi album all’attivo, collaborazioni con tantissimi artisti (notevole il disco insieme a Vittorio De Scalzi), libri, ospitate in tv, premi a destra e a manca e ovviamente tantissimi concerti.
La band lucana incarna perfettamente il concetto di musica etnica o world music se preferite. Ma va anche oltre, prende l’idea di musica etnica e la rivisita, affianca i sintetizzatori agli strumenti usati cento anni fa. E Unaderosa, che è nata a Napoli ma è lucana d’adozione, canta magnificamente in italiano come in lucano o in napoletano coprendo un’ampia gamma di idiomi in modo sopraffino, variegato e credibile, affondando la sua voce potente dentro a un sound che spazia dalla tradizione popolare ai Depeche Mode! È anche autrice dei testi di gran parte delle canzoni.
La cosa che più mi piace, sia di Unaderosa che della band, è questo continuo mescolare, questo moto perpetuo fra generi, dialetti, suggestioni, in bilico tra Oriente e Occidente, fra terra arida e mar Mediterraneo… in un momento così sconfortante ascoltare i Renanera è un qualcosa di terapeutico, che scuote e commuove. Come un pellegrinaggio in una terra misteriosa e bellissima (d’altronde siamo in Basilicata…).
Non esiste abbraccio più bello dell’abbraccio tra persone e anime diverse fra loro ed è questo il motivo per cui, in un periodo dove il contatto fisico è quasi vietato per legge, questa Domenica ho voluto portarvi in Basilicata consigliando di ascoltare una realtà musicale che dell’abbraccio fra passato e futuro fa la propria missione artistica e di vita. Ci vuole coraggio, sempre, a mettersi in gioco e ad accettare l’altro, a decidere di sporcarsi le mani con quel che è apparentemente diverso rimanendo orgogliosamente sé stessi. Unaderosa e i Renanera hanno molto da insegnarci da questo punto di vista. E dobbiamo ringraziarli.
Buona giornata! Buona Domenica!
IL BRUNCH DELLA DOMENICA | IN BASILICATA
di Andrea Amati
Crediti:
L’immagine di copertina è uno scatto di Elisa Borghesi