NOTE EMERGENTI: MARINA MULOPULOS
di Michele Neri
Non è mai completamente semplice riepilogare la discografia di un’artista. Diventa davvero complesso quando ci si imbatte in un talento poliedrico e sfaccettato come quello di Marina Mulopulos, che ha un solo disco all’attivo come solista ma che ha una miriade di progetti paralleli e collaborazioni. Vere e proprie incursioni sonore a volte.
Cominciamo questo viaggio molto parziale dal 2006, quando la cantante italo-greca entra negli Almamegretta, orfani di D.RaD, con cui due anni dopo pubblica VULGUS (Sanacore, 2008). Dopo l’esperienza con gli Almamegretta, Marina collabora coi toscani Malfunk per Ti mangio la testa, contenuta nell’album RANDAGI CON UN CUORE ENORME (Ultracuto, 2008).
Ma la prima collaborazione importante è quella con i Tilak: tre album e un extended play prodotti da Francesco Landucci tra l’inizio del nuovo millennio e il 2008: MY PILLOW CASE (EP, 2003), ILLUSIONE (2002), THE INCREDIBLE EXPORT GURU (2005) e CONNECTIONS (2008). Parallelamente c’è l’unica prova discografica che vede Marina Mulopulos coi Blended, SHREDDING YOUR VOICE, progetto parallelo ai Tilak.
Conclusa l’esperienza con i Blended / Tilak, la cantante italo-greca si dedica ad alcune collaborazioni importanti: è nella raccolta NON SONO IN QUESTE RIVE (Associazione culturale “Il cane di Zorro”) in cui interpreta Libero, con il testo della stessa cantautrice ispirato ad alcuni versi di Dino Campana. Nello stesso disco interviene nella registrazione di Caché dans le noir cantata da Sabina Manetti. In questa occasione è assieme al vecchio compagno dei Tilak Francesco Landucci.
Poi c’è l’album omonimo dello Spam & Sound Ensemble (Retroazione Compagnie Fonografiche). In questo disco la Mulopulos interviene in diversi brani.
Per un’altra miscellanea del 2014, GRANDUCATO METAROCK COMPILATION (Niza), registra una bella e intensa versione di Cogli la mia rosa d’amore di Rino Gaetano, brano che riprenderà l’anno successivo nel suo primo album solista in una versione completamente diversa.
Nel 2015 duetta in due brani, Tanz! e Zucchero nero, con Andrea Franchi, stretto collaboratore di Paolo Benvegnù e contenute nell’album TANZ! (Stoutmusic).
Ma soprattutto il 2015 è l’anno di DISTICHÓS, primo album solista e autentico capolavoro per intensità e talento. Interamente cantato in greco e composto assieme al chitarrista Paolo Del Vecchio, DISTICHÓS consegna alla musica italiana un’artista incredibile, consapevole ed eclettica. Dal proto punk di alcune prove iniziali, alla world music, dal rock degli Almamegretta, Marina ha saputo condensare la sua curiosità e la sua esperienza in qualcosa di tradizionale e innovativo assieme, qualcosa che afferra l’ascoltatore sin dalle prime note e lo lascia esterrefatto dopo poco più di 40 minuti di magia pura. Quella della sua voce e quella dei bellissimi arrangiamenti di Del Vecchio.
Non ci sono altre prove discografiche che hanno seguito questo bellissimo album. Qualche traccia sparsa a rinnovare la grande voglia di collaborazione che abita dentro questa artista. Oltre alle interazioni raccontate, vanno ricordate quelle con Autobam di Simone Lalli, con i Neem, con Pezzone (per il brano Dove splende il sole), con Barbara Bonaiuto (il singolo Li ffigliole del 2017 e Nu sciore dall’album 8 CANZONI del 2019). Ultima prova in proprio per ora, il brano And The Radio Plays, registrato con il DJ musicista Marzio Aricò e incluso nella raccolta VIETATO AL MAGGIORE (Niza, 2018). Con un album in lavorazione e altri progetti di collaborazioni molto interessanti, non ci resta che aspettare con (trepidante) pazienza nuove note e nuovi suoni. Nuove magie.
Crediti
L’immagine di copertina è di Tiziana Matropasqua