NOTE EMERGENTI: CLAUDIA CRABUZZA
di Michele Neri
Mi piacciono i giochi di parole semplici e gli ossimori, anche se un po’ forzati come quello del titolo di questa rubrica. Note quindi, come sostantivo indica quelle musicali ma come aggettivo è semplicemente il femminile plurale di noto ovvero famoso, conosciuto. Termine quindi in contrasto con quello che segue: emergente.
Ma nella scena musicale italiana di oggi si sa che una parafrasi azzeccata è “Un’emergente è per sempre”.
La protagonista di questo nuovo appuntamento con Note Emergenti, Claudia Crabuzza, si avvicina a festeggiare i venti anni di carriera discografica (e fa ancora più sorridere e riflettere il titolo della rubrica in questo caso). Era infatti il 2001 quando lo storico gruppo dei Tazenda la invitò in formazione per registrare BIOS (Crisler), un album live registrato in studio in cui venivano riproposti, con la voce della cantautrice, diversi successi della lunga carriera del complesso, orfano del cantante Andrea Parodi che aveva intrapreso la carriera solista quattro anni prima. La voce potente e originale di Claudia spicca in questo album peraltro molto ben riuscito, grintoso e dinamico nei suoni e nelle esecuzioni vocali.
Nel 2007 scrive e canta con Pippo Pollina Nòstalgia de tango, inclusa in BAR CASABLANCA (Storie di Note) di quest’ultimo, per poi collaborare con Il Parto delle Nuvole Pesanti per il loro disco IL PARTO (Storie di Note). Interviene infatti in diverse canzoni del disco tra cui l’intensa L’imperatore. La collaborazione con il complesso di Peppe Voltarelli prosegue in studio e in concerto per un certo tempo, anche dopo l’uscita dal gruppo dello stesso Voltarelli.
Qualche anno prima erano nati i Chichimeca, con Claudia ci sono Fabio Manconi, Gianluca Gadau, Massimo Canau e Andrea Lubino. Dopo un primo album, BARBARI (Tàjrà, 2003), il gruppo produce un Ep LUCE-NŪR (Tàjrà, 2005) e un album CUORE? (Tàjrà, 2012) entrambi riusciti, dopodiché il complesso sospende l’attività discografica senza però sciogliersi e partecipando con Coda di lupo a un bel tributo a Fabrizio De André. Sempre del 2012 è l’album UN HOME DEL PAÍS (CANÇONS I RECORDS DE PINO PIRAS) in cui Claudia, che ne è la produttrice, , interpreta, assieme a Claudio Gabriel Sanna, il repertorio del cantautore algherese Pino Piras (1941-1989). Con Si voleu fer guerra, Claudia Crabuzza partecipa alla raccolta-tributo in quattro dischi CANTEN GINÉ: HOMENATGE DELS PAÏSOS CATALANS (Picap, 2014). Nel 2016, finalmente, arriva il primo disco solista di Claudia Crabuzza, COM UN SOLDAT (Microscopi, 2016). Un album bellissimo e intenso che colpisce per l’uso della lingua catalana di Alghero, per un connubio perfetto tra atmosfere acustiche ed elettronica e per la grinta interpretativa della cantautrice, mai eccessiva e mai meno che integrata nello spettro sonoro. Vince la Targa Tenco come miglior disco in dialetto e lingua minoritaria, dividendo il premio con un gigante come James Senese. La Crabuzza torna all’italiano, dopo i tempi dei Chichimeca, con Al mio coraggioso ragazzo, inclusa nell’album degli Charme de Caroline, ALL’OMBRA DELLA PENSILINA (Tronos Digital, 2017) e con il singolo, inedito altrove, Eccomi (Invisibile) (Tronos Digital, 2017). Un altro singolo esce nel 2019 mentre Claudia è impegnata nella realizzazione del suo nuovo album, si tratta di L’onada (Microscopi, 2019), realizzato in coppia con il catalano Pol Cruells. Un’altra perla della discografia di Claudia è contenuta nel bel tributo dedicato a Gianni Siviero, IO CREDEVO – LE CANZONI DI GIANNI SIVIERO (Squi[libri], 2019) che vince la Targa Tenco come miglior album a progetto. La Crabuzza interpreta Son sempre io, accompagnata da Simone Sassu e Angelo Vargiu. Si conclude qui questo colorato viaggio nella discografia di Claudia Crabuzza, artista di rari spessore e intensità; tra i tanti progetti orfani di testimonianze fonografiche va segnalato però il duo Violeta Azul in cui si esibisce con la chitarrista Caterinangela Fadda.
Crediti
L’immagine di copertina e la foto al centro sono di Raffaella Vismara