PSICOCOSE | ANIME PERDUTE O ANIME CHE AMANO?
di Martina Baiocchi
Benvenuti su PsicoCose: un’occasione di pausa e di riflessione su quello che accade e su ciò che noi proviamo nel vederlo accadere.
Il 25 dicembre 2020 è uscito il nuovo film Disney-Pixar, Soul. Il protagonista è Joe Gardner, un insegnante di musica delle scuole medie che aspira a diventare un jazzista professionista. A pochi minuti dall’inizio la trama prende una svolta inaspettata: Joe cade in un tombino e muore. Così si avviano le vicende del film, in parallelo tra mondi diversi in cui si muovono i personaggi: persone reali, consulenti e mentori che guidano le piccole anime, aiutandole, prima della nascita, a individuare la “scintilla” che li porterà alla vita.
Tra l’Altro Mondo, l’Ante Mondo (in cui si trovano le anime prima della nascita) e la cosiddetta “bolla” delle anime perdute (terra di mezzo tra la realtà terrena e quella spirituale) si svilupperanno le avventure del protagonista e di 22, un’anima dal carattere decisamente difficile, che non riesce a trovare la sua vera vocazione.
Senza anticipare troppo sulla trama, ho trovato brillante l’idea per cui la personalità di ciascuno di noi si formerebbe prima ancora di nascere: ognuno ha fin da subito una propria unicità. Venendo al mondo privi di ricordi, inoltre, è solo grazie al passare del tempo e a una ricerca attiva che possiamo davvero scoprire chi siamo, cosa ci interessa, cosa ci appassiona e cosa amiamo.
Molto affascinante è anche l’idea della “bolla”, in cui si trovano le anime perdute e le anime “assorte” di chi è così coinvolto in ciò che sta facendo da potersi estraniare temporaneamente dal mondo esterno. Ma, attenzione, il confine tra questi due status è sottilissimo: concentrandosi in modo ossessivo ci si allontana così tanto dalla realtà e dalla vita da perdersi e ritrovarsi a vagare, isolati e tristi come mostri senza volto, in una dimensione ultraterrena.
Riflettendo, mi sono chiesta: ho un’attività che mi appassiona a tal punto da astrarmi dal resto, da consentirmi di raggiungere quel non-luogo? Può accadere suonando la chitarra, passeggiando in montagna, ma non solo… e a voi capita? Forse potremmo immaginare la “bolla” non tanto come una dimensione ultraterrena ma come un posto nella nostra mente in cui riusciamo ad entrare maggiormente in contatto con noi stessi, a stare meglio.
Il 2020 è stato un anno particolare, che ci ha fatto vivere profondamente la sensazione di solitudine. Allo stesso tempo, però, quell’isolamento forzato può essere stato occasione per conoscersi meglio e scoprire altri lati della nostra personalità, capire cosa ci piace così tanto da trasportarci temporaneamente in un’altra dimensione. Avete pensato se anche per voi è stato così? Se abbiamo avuto la possibilità di non essere solo “anime perdute” ma anime che si perdono momentaneamente in qualcosa che amano fare.
Adesso siamo all’inizio di un nuovo anno e spero che possa essere una nuova opportunità per conoscersi e, perché no, per avvicinarsi a qualcosa che ci fa stare bene, ad esempio l’arte, la musica. Spesso sottovalutata, invece, la musica ha diverse proprietà: stimola la consapevolezza interiore, riduce gli stati d’ansia, accresce il benessere e migliora l’umore.
Ma di questo parleremo meglio il prossimo mese.
Crediti:
L’immagine di copertina è una illustrazione dedicata di @chimbo.gne [IG]