BILLIE E NINA
di Giulia Pratelli
Ciclicamente arrivano periodi in cui mi sento una spugna: vorrei ascoltare, vedere, imparare di tutto. La mia testa non si ferma mai e poi mai (una fatica che non vi dico) e prova a sfruttare tutti i momenti possibili per leggere, sottolineare, conoscere, scrivere.
Stavolta è nato tutto da Lady Sings the Blues, l’autobiografia di Billie Holiday. Leggendola ci si immerge in un mondo affascinante e spietato allo stesso tempo e si è costretti a constatare di essere fortunati a sedersi al bar, entrare al cinema, salire su un palco senza preoccuparsi del colore della propria pelle o di quella di chi abbiamo intorno.
In periodi come questo faccio fatica a trattenermi, rischio di diventare insopportabile, e provo a condividere le mie passioni con chi studia canto o musica insieme a me: vorrei raccontare storie, parlare di canzoni importanti, artisti e artiste da conoscere, che non si trovano tra i reel di Instagram o nei video di Tik Tok ma che grazie al cielo esistono e sono pietre miliari del nostro passato… e del nostro sempre.
Pochi giorni fa, presa dall’entusiasmo, ho consigliato ad Alice il documentario Netflix su Nina Simone. Negli ultimi tempi ha scoperto il pianoforte e sta iniziando a capire come funzionano gli accordi, le scale… ho pensato che fosse il momento giusto per conoscere (e magari iniziare ad affezionarsi a) un’artista così grande e così legata a quello strumento. Dopo ne ho riguardato un pezzettino e ho temuto di aver fatto un errore perché Alice ha solo 12 anni e quella non è certo una storia facile.
Continuavo a farmi domande e poi, un giorno, ci siamo svegliati con la notizia dei bombardamenti russi in Ucraina, con i servizi al telegiornale che mostravano i bambini rifugiati nei tunnel della metro e i ragazzi che salutano le persone che amano prima di partire in guerra. Allora mi sono detta che un senso c’è, piccolo o grande che sia. Ha senso raccontare la storia di Nina Simone, non ammessa ad un corso di perfezionamento in pianoforte classico perché nera, e quella di Billie Holiday che dopo aver cantato Strange Fruits si sentiva svenire, pensando alla sua gente perseguitata e uccisa. Ancora, la storia di Hurricane e di come una canzone di Bob Dylan abbia permesso la riapertura di un caso giudiziario e la scarcerazione di un innocente. Ma anche di come i Beatles hanno cambiato per sempre il corso della storia musicale, cosa abbia voluto dire che Modugno abbia indossato una giacca azzurra e spalancato le braccia sul palco di Sanremo 1958. Scoprire insieme album e artisti meravigliosi, libri, film, dipinti, illustrazioni.
Non so che fine faranno questi piccoli semi di passione, arte e stupore ma non smetterò di lanciarli per aria perché la bellezza non basterà a salvarci ma ci aiuterà a vivere insieme, superando pregiudizi, frantumando odi immotivati. Non basterà ma continuerà a tenderci la mano e, in un modo o nell’altro, ci aiuterà a resistere.
Vi lascio come sempre 10 brani e stavolta troverete una playlist un po’ diversa ma, credo, necessaria.
State bene, vi scrivo il mese prossimo.
RUBRICHELLI #17 | BILLIE E NINA
Crediti:
L’immagine di copertina è una illustrazione de La Tram [IG: @itslatram]