Skip to content Skip to footer

SANREMO CANTAUTRICI | Parte I

Sanremo Cantautrici Parte #1
di Andrea Direnzo

 

Cosa sarebbe Sanremo senza le donne? Non lo si potrebbe neanche immaginare. Sarebbe come l’amatriciana senza pomodoro o il tiramisù senza mascarpone. Questo per dire che la presenza delle donne – cantanti o cantautrici che siano – al Festival più famoso e longevo del mondo è un ingrediente fondamentale. Per tanti fattori, strettamente musicali e non (mise, trucco, parrucco e via dicendo). Basti solo pensare che la prima edizione, esclusivamente radiofonica e presentata da Nunzio Filogamo, svoltasi dal 29 al 31 gennaio 1951 presso il Salone delle Feste del Casinò Municipale, vedeva come interpreti delle venti canzoni in gara Nilla Pizzi, il Duo Fasano e Achille Togliani, ovvero tre donne contro un uomo, e come vincitrice la “Regina della Canzone Italiana” con Grazie dei fior. Allorché c’è stata qualche edizione con poche “quote rosa”, si è subito avvertita una forte mancanza. In settant’anni di storia ne sono passate di cantanti, un po’ meno di cantautrici. Il primo decennio, quello degli anni ‘50, non ha visto la presenza di queste ultime in quanto palesemente non esistevano; le donne non avevano ancora “voce” in capitolo ma erano solo interpreti di canzoni per la stragrande maggioranza composte da uomini. Negli anni ‘60 qualcosa inizia a (s)muoversi…

  • Anni Sessanta

Seppure le donne restino perlopiù nel ruolo di esecutrici, durante il decennio ‘60-‘69 partecipano a Sanremo artiste che successivamente si sveleranno cantautrici. Tra le antesignane c’è Maria Monti, abbinata nel 1961 all’allora compagno Giorgio Gaber con Benzina e cerini, già coautrice di Non arrossire (1959) e di altri brani inseriti nell’LP Recital (RCA, 1961), esempio di “donna moderna” dalle molte sfaccettature, inserita nel suo tempo e nei suoi problemi, che canta di temi spigolosi, a volte scabrosi (Corriera) e sconcertanti (Vergogna, non sa nuotare), in bilico tra canzone e cabaret. A lei – senza dimenticare Gianni Meccia, Enrico Polito e Roberto Borelli – si deve la coniazione del termine “cantautore”, come riportato dalla notizia del «Musichiere» del 17 settembre 1960. Nell’anno della contestazione giovanile, il ‘68, ci saranno due giovanissime debuttanti da tenere sott’occhio: Marisa Sannia (Casa bianca di Don Backy-La Valle, seconda classificata) e Giusy Romeo (No amore di Pallavicini-Intra, non finalista). La prima pubblicherà nel 1976 il primo album da cantautrice, La pasta scotta, a cui seguiranno tre bellissimi lavori in lingua sarda, Sa oghe de su entu e de su mare (1993), Melagranàda (1997) e Nanas e janas (2003), più l’album postumo Rosa de papel (2008) composto da dodici poemi di Federico García Lorca musicati dalla stessa Sannia. La seconda, diventata poi Giuni Russo, dotata di una straordinaria vocalità, dopo l’LP Love Is A Woman del 1975 approderà alla corte di Franco Battiato sotto la cui ala darà vita al memorabile Energie del 1981; insieme a Maria Antonietta Sisini scriverà tutte le sue canzoni, dai successi estivi (Alghero) fino a episodi intrisi di spiritualità (La sua figura). L’anno successivo, Sanremo rivela la quindicenne livornese Nada dalla voce scura e arrotolata che spopolerà con Ma che freddo fa di Migliacci-Mattone; seguiranno di fila altre tre partecipazioni, tra cui una vittoria (Il cuore è uno zingaro, 1971) e un terzo posto (Il re di denari, 1972), poi una lunga pausa fino al 1987 (ultima classificata con la poco fortunata Bolero) e finalmente nel 1999 la rinascita da cantautrice degna di nota con Guardami negli occhi, confermata nel 2007 con Luna in piena. L’edizione ‘69 vede l’unica presenza di Gabriella Ferri, romana de’ Testaccio che – abbinata a Stevie Wonder – propone Se tu ragazzo mio, brano rhythm and blues scritto da lei stessa insieme al padre Vittorio e al maestro Piero Pintucci, escluso dalla finale. L’artista, negli anni a seguire, pubblicherà una serie di album in cui inserirà sue canzoni più famose, tra cui Ti regalo gli occhi miei (1970), Roma forestiera (1972), Cara madre mia (1973) e Remedios (1974).

 

  • Anni Settanta

Gli anni ‘70 non portano grossi scossoni, tranne l’esordio nel 1972 della diciassettenne Carla Bissi con la scialba Il mio cuore se ne va di Memo Remigi, esclusa dalla finale. La ragazza di Forlì non si perde d’animo e continua la sua ricerca artistica fino a quando ricompare con il nome di Alice Visconti pubblicando due LP, La mia poca grande età (1975) e Cosa resta… un fiore (1978), prodotti da Giancarlo Lucariello. Anche in questo caso sarà decisivo l’incontro con Franco Battiato che nel 1980 la lancia con Il vento caldo dell’estate e le permette di trionfare a Sanremo ‘81 con Per Elisa, due canzoni emblematiche di cui è coautrice. Alice prosegue il suo percorso staccandosi a un certo punto dal pigmalione Battiato e pubblicando dischi eccellenti come Park Hotel (1986), Il sole nella pioggia (1989), Mezzogiorno sulle Alpi (1992), Charade (1995), Exit (1998). Al 2000 risale la sua seconda e ultima partecipazione con Il giorno dell’indipendenza firmata da Juri Camisasca. Negli anni bui di Sanremo, precisamente nel 1974, si mettono in luce due giovani di belle speranze purtroppo non mantenute: la milanese Anna Melato con Sta piovendo dolcemente di Donaggio-Piccoli, che nel 1977 realizzerà per la RCA l’album Ritratto contenente brani di cui è autrice e la ligure Antonella Bottazzi con Per una donna, donna, prima partecipante femminile a presentare una canzone interamente composta da lei. Altro discorso per Donatella Rettore, non finalista nel ‘74 con Capelli sciolti, bistrattata nel ‘77 con Oh! Carmela, ma destinata a diventare nel 1979 una popstar nazionale grazie alla hit Splendido splendente a cui seguiranno a ruota Kobra, Donatella e Lamette, tutte cofirmate con Claudio Rego. Altre due saranno le sue presenze sanremesi: nel 1986 con Amore stella e nel 1994 con Di notte specialmente. Dopo i successi di Stasera che sera, Solo tu e Cavallo bianco, i Matia Bazar, di cui è parte la talentuosa Antonella Ruggiero, vincono l’edizione 1978 con … E dirsi ciao. La formazione genovese raccoglierà altri pregevoli risultati negli anni ‘80 con l’intramontabile Vacanze romane (1983) e la raffinata Souvenir (1985), entrambe premiate dalla “Critica”. La Ruggiero nel 1989 lascerà il gruppo e nel 1998 si presenterà da solista con Amore lontanissimo, scritta con Roberto Colombo, classificandosi seconda; stessa sorte le toccherà l’anno successivo con Non ti dimentico. Seguiranno altre quattro presenze tra cui un terzo posto (primo nella categoria “Donne”) nel 2005 con Echi d’infinito di Kaballà-Venuti. Per concludere, la vincitrice del 1975 Gilda Scalabrino è autrice della folcloristica Ragazza del sud, non inclusa neanche nell’LP Bolle di sapone (1976), unico capitolo di una carriera svanita troppo presto. 

Ringraziamo di cuore Andrea Direnzo per questo speciale “Sanremo Cantautrici” sul nostro MdS Mag. 
Il viaggio continua… state con noi.

Crediti

Foto 1: Marisa Sannia
Foto 2: Carla Bissi/Alice Visconti
Immagine di copertina: Nada