Se sei triste e tu lo sai, gridalo forte.
di Elisa Genghini
“Ti sembrerò nostalgica, meteropatica quanto basta, ti sembrerò una donna da niente, facili lacrime poca pazienza”
Carmen Consoli come al solito con due frasi lo racconta benissimo il suo novembre.
Io, invece.
Sono qui con una faccia che non si può capire, che cerco di scrivere una cosa un minimo brillante. Invece fin ora ho scritto cose tristissime che poi ho cancellato, che io non sono capace di scrivere cose tristi, faccio schifo a scrivere cose tristi, a usar parole toccanti bisogna essere molto capaci, io sono terribile, cioè ci provo, eh, ma non ce la faccio, tutte le volte che tento di scrivere qualcosa di triste tiro su lo sguardo dal computer, mi guardo nello specchio appoggiato alla mia scrivania e dico “porca miseria che faccia da sfigata che ho!”. Eppure sono triste, davvero, io sono triste e non so come spiegarvelo. Alle porte di novembre mi viene proprio una tristezza che lo sanno tutti, e io giustifico tutta la mia tristezza dicendo, non fate caso a me, sta per arrivare novembre. Mi sento in colpa per essere triste, quando dico che sono triste mi vengono sempre elencati tutti i motivi per cui io DEVO essere obbligata ad essere felice. Ma guarda un po’ tutte le fortune che hai: una casa, un lavoro, tanti interessi, un compagno e una figlia meravigliosa che ti vogliono tanto bene, cosa vuoi di più dalla vita? Pensa a tutta quella gente che non ha niente di tutto questo e smettila, via, ti prego, pensa a me, per esempio che… e qui di solito l’interlocutore di turno attacca a snocciolarmi tutti i grandi drammi insormontabili della sua vita e io mi sento un piccolo lombrico colpevole per quella tristezza che ho provato timidamente a manifestare, so che me la devo ricacciare in gola, meglio, mi dico “stai zitta va, e dì che va tutto bene, meglio”, che ci sono tristezze di serie A e di serie B, ma sto certa che la mia di tristezza è una di serie Z di sicuro. E naturalmente, tutto questo mi fa sentire ancora più triste.
Mi hanno però insegnato che le emozioni hanno sempre ragione, se sono triste nessuno può dirmi che non è vero. E’ così, punto, verità inconfutabile. Abbiamo il diritto di provare anche emozioni negative, ma non è così scontato, del resto siamo donne e in quanto tali dobbiamo essere perfettissime, sorridenti e grate per tutto quello che abbiamo (o pensano di averci concesso).
Credo che la nostra tristezza faccia paura a chi ci sta intorno. La tristezza è sempre un preludio a qualcosa, una fase che ne precede un’altra, è il concime per i fiori che verranno, è un momento di morte prima della rinascita, e qualcosa che preannuncia un cambiamento, un’evoluzione. Rivalutare tutto dal principio, dice Carmen in Novembre 99, trovare la forza e l’audacia per farlo, so già che per un momento sarà pieno inverno, per un momento sarà pieno inverno.