Le coincidenze non esistono.
Possiamo pensare che tutto sia un caso, che le cose accadano senza un senso. Per me non è così.
Sono partita per un viaggio di piacere, un viaggio ristoratore. Sentivo la necessità di cambiare aria, in attesa che l’aria cambiasse. Non ho quasi mai viaggiato per piacere ma sempre per motivi lavorativi come concerti o incontri. Amo viaggiare per il mio lavoro e amo il mio lavoro che, tra le tante cose, mi permette di vedere posti nuovi, diverse culture e favorisce l’incontro con l’altro.
Questo viaggio è stato diverso nelle premesse e negli intenti. Desideravo ritagliare un tempo solo mio, un tempo lontano e così ho deciso di ricongiungermi con una parte della famiglia cui sono molto legata che non vedevo da troppo tempo a causa della pandemia.
Destinazione Belfort, una bella cittadina della Franche-Comté. Fin qui, un viaggio come un altro – potreste dire.
Lasciando da parte i motivi personali che mi hanno spinto a “cambiare aria”, è stato un viaggio-dono fin dal principio. Mentre attraversavo in treno il confine tra Italia e Svizzera e mi accingevo a guardare fuori dal finestrino laghi, alberi altissimi come braccia spoglie levate all’infinito, case da sogno alternate a fabbriche produttive meno affascinanti, ho iniziato la lettura di un libro che mi è stato regalato a settembre da una amica importante: “Molte vite, un solo amore” di Brian Weiss. Parla di ipnosi regressiva, incontro tra anime gemelle e re-incontri. Parla di amore nel senso più ampio e puro, a partire da se stessi e già dalle prime pagine l’apnea che mi aveva accompagnato nell’ultimo mese e mezzo, ha cominciato a svanire. Respiravo meglio, regolare, non avevo più pensieri troppo brutti. Ho pensato che era la terza volta che provavo a cominciare quel libro, senza successo in precedenza. Avevo poca concentrazione e poca spinta. Ora invece sì, era il mio e il suo momento.
Non intendevo lavorare in questo viaggio e, in senso canonico, non l’ho fatto. Ho fatto degli incontri però, preziosi, stimolanti e importanti. Giovedì 3 febbraio sono andata, come spettatrice, al primo incontro di una rassegna intitolata “Musiciennes – Tournée de l’égalité”, un ciclo di incontri sulla musica attuale, prima iniziativa di “Musiciennes”, un progetto di accompagnamento e di sostegno alla creazione artistica femminile. Tre le realtà da cui è nata questa iniziativa, un grande contenitore per parlare, esaminare, mettere in pratica nuove soluzioni: Association Le Bastion, La Poudrière e Le Moloco.
In questo primo appuntamento c’è stata la proiezione del docufilm “La Cantatrice Chôme”, il dibattito con l’autrice e l’autore sul posizionamento delle donne all’interno del mondo musicale.
Alcune tra le protagoniste: Alysce (cantautrice), Pascale Obolo (storica voce del gruppo Ladies Night), Natasha Le Roux (fondatrice del gruppo Les Zarmazones), Silly Boy Blue (cantautrice), Gerald Kurdian/Tarek X (artista, fondatore del progetto Hot Bodies of the Future), Emily Gonneau (manager di artisti), Amandine Steiger (DJ del collettivo Address Hymen), Bénédicte Froidure (direttrice de La Salle File7), Rag (DJ e direttrice artistica del collettivo Barbi(e)turix).
Non soltanto, ho assistito alla presentazione dei dati di una ricerca universitaria “Enquête: Les femmes et leur pratique artistique et culturelle” a cura del Prof. Stéphane Laurent.
Non ci potevo credere, mi sono sentita la persona giusta, al momento giusto, nel giusto posto. È come se avessero organizzato quella serata per me – ovviamente non è così ma le coincidenze non esistono. Avevo la possibilità di un confronto diretto, di ascoltare, capire e confrontare la mia, la nostra condizione con quella delle musiciste di un’altra nazione.
Il mio cuore esplodeva di gioia per questa possibilità e allo stesso era pieno di amarezza nel vedere quanto simili, tristemente ingiuste siano le cose, anche in Francia. Essere sulla stessa barca quando si parla di disparità e di ricerca di equalità, non è consolatorio ma navigare insieme può essere invece più interessante, stimolante e salvifico. Confrontarsi, scambiarsi idee, cercare e applicare soluzioni. Collaborare.
Per questo ho aperto un dialogo e un gemellaggio tra Musica di Seta e queste realtà francesi, per scambiarci dati, esperienze, contenuti e far conoscere vicendevolmente la bellissima musica d’autrice che nasce e cresce sui nostri territori in concerti ed eventi. Tra i punti saldi della Mission di Musica di Seta c’è arginare il senso di solitudine nel fare questo mestiere e, da oggi, si aggiunge l’essere meno soli nelle battaglie.
Su queste pagine vi racconteremo questo nuovo viaggio italo-francese, entrando nel vivo dei contenuti di questa serata che vi ho raccontato, cercando di abbattere il muro dell’indifferenza, e accompagnandovi alla scoperta dei progetti condivisi che via via prenderanno il vento.
“E non credo nelle coincidenze. È vero che li ho aiutati a incontrarsi, ma si sarebbero trovati in ogni caso, anche senza di me. È così che funziona il destino. Quando gli consentiamo di defluire liberamente, l’amore super ogni ostacolo”.
Così recita il libro-dono, nel ritorno del mio viaggio-dono.
L’amore per noi stesse, per le altre donne, per la musica supererà ogni ostacolo. Tanti passi sono stati fatti ma abbiamo ancora del lavoro da fare, insieme.
Chiara Raggi
La foto di copertina è di Tamara Casula