La primavera è alle porte, la nostra seconda primavera insieme. Forse un giorno saranno talmente tante che non sarò più in grado di contarle ma al momento mi viene naturale farlo.
Questa stagione è tra le mie preferite, il tempo delle fioriture, delle rinascite e delle belle giornate. Abbiamo così bisogno di belle giornate, ne ho un personale bisogno.
Il mondo intorno crolla drammaticamente, feroce e disarmante. È difficile tenere insieme i vari sentimenti che convivono in questi giorni. Sembra ci sia una distonia tra il nostro fare e quello che accade intorno a noi.
Abbiamo atteso tanto questa primavera, abbiamo pazientato due anni nella speranza di tornare a fare il nostro mestiere con costanza e senso di normalità. Abbiamo sperato, pianto, ci siamo arrabbiati e ci siamo rimboccati le maniche, per l’ennesima volta.
Quindi non possiamo che essere felici di tornare a fare musica nei palchi, nelle piazze, anche se il cuore è sempre pesante quando si apre il sipario.
È giusto portare leggerezza e, si spera, un po’ di bellezza “come se nulla fosse” quando il mondo urla spietato? Me lo domando.
La risposta che mi sono data è che non è questione di giustizia, non lo è mai, purtroppo. È però necessario che torniamo a fare il nostro mestiere, necessario per tante ragioni: sociali, personali, emotive, psicologiche e, non ultime, economiche.
Come è necessario per Musica di Seta proseguire il suo cammino, un passo alla volta. Non siamo fan della velocità perché sappiamo che le cose buone si impastano con calma ma certamente quando prendiamo un ritmo lo teniamo, dall’inizio alla fine.
La nostra primavera ha un volto, un nome e un cognome. La nostra primavera è Federica di Marcello, in arte Marlò. È entrata nella nostra famiglia e siamo felici di farle spazio in questa casa della musica. Quando ho incontrato Federica a settembre, a Milano, ho pensato che Musica di Seta è nata per persone come lei. Non solo per il talento, la sensibilità, il modo di fare di musica – pulito e trasparente – che la contraddistingue e la distingue (a mio parere) ma anche per il desiderio di fare questa strada, accompagnata, sostenuta, motivata e tutelata da professioniste e professionisti che ne riconoscono il valore e si mettono al servizio. Al servizio della musica.
Riconoscersi e tenersi, questa è la primavera di Musica di Seta.
Auspico che sia anche la mia personale primavera. Potrei anche dire semplicemente “Riconoscersi È tenersi”.
Chiara Raggi
La foto di copertina è un autoscatto.