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Cantautore [Femmina] – L’editoriale #2

Pubblicare una canzone è come lasciare andare un figlio adolescente: emotivamente difficile.

Pubblicare una canzone, o un album, in questo preciso momento storico può sembrare una follia.
Sono giorni terribili per tutti, noi lavoratori dello spettacolo siamo colpiti maggiormente, insieme ad altri settori, siamo arrabbiati, delusi. Ci sentiamo vittime di un’ingiustizia e lo è.
Dobbiamo però fare i conti con la realtà ed è nello scontrarsi con essa che possiamo cercare dentro di noi qualcosa di vero cui aggrapparsi.
La musica non mi ha mai tradita, è sempre lì, fedele, anche quando non posso portarla su un palcoscenico (e fa male, fa molto male).
Ma la musica c’è, non se ne va. Esiste, prima e dopo di me. Posso solo augurarmi che ogni tanto mi scelga e passi “attraverso”.
La sua potenza allora diventa la mia forza, il mio coraggio e la mia follia.

Pubblicare una canzone è come lasciare andare un figlio.
Non sono madre e questa similitudine è frutto dei racconti di amiche che invece lo sono.
Oggi però il mio senso di maternità trova un suo spazio nel lasciare andare una creatura che ho custodito, curato, nutrito. L’ho desiderata, aspettata, accolta. Me la sono goduta.
Mosaico”, la prima produzione di Musica di Seta, inizia una sua strada che non potrò più controllare. L’ho fatto fino all’ultimo secondo, fino al più insignificante (forse) dettaglio.
Mi domando quale viaggio intraprenderà, se avrà freddo lungo il cammino, se farà soste per rifocillarsi, se si ricorderà di fare una telefonata a casa per dire “va tutto bene”. Chissà se incontrerà nuovi amici percorrendo la sua strada, se si divertirà, se prenderà la sua prima sbronza e me lo confesserà il giorno dopo.

Non mi è dato di sapere nulla di ciò.
Quello che so, e lo so per certo, è che questa prima produzione è stata costruita, tassello dopo tassello, da musicisti straordinari che hanno suonato e arrangiato con me l’album di cui Mosaico è un’anticipazione.
So che c’è un team di lavoro appassionato nel comunicare, porgere e “lasciare andare” il nuovo nato.

Mi piace quindi pensare che se avrà bisogno di non perdere il ritmo del suo passo ricorderà i fill alla batteria di Michele, che se avrà bisogno di poesia ascolterà il pianoforte di Massimiliano. E ancora, in caso di voli pindarici, rimarrà con i piedi per terra grazie al basso di Piero. Se avrà voglia potrà salire sul tappeto volante dell’Orchestra che ne tesse la trama o cercare il sostegno di Chiara, lo sguardo di Irene, l’estro di Veronica, l’attenzione di Fabiola, la pazienza di Francesco, la visione di Mario, la cura di Giulia, il sorriso di Daniela, la persuasione di Lucy e la freschezza di Valentina.
Infine potrà contare su di me che ne sono madre, moglie e figlia.

Viviamo in una società in cui si alzano barriere da ogni parte, in cui l’individualismo è al centro, in cui la diffidenza e la paura dettano legge, e avremmo bisogno di ritrovare una condivisione collettiva, un sapersi guardare nuovamente e riconoscersi nei volti, nei gesti, nei sentimenti dell’altro. Insieme potremmo dare vita ad mosaico universale, una grande opera d’arte della quale tutti noi facciamo parte, dove c’è un posto per ciascuno.
Musica di Seta è nata con questo ideale e il “mio” Mosaico non sarà per questo mai solo.
Si comincia con chi c’è, come sempre un passo alla volta.

CHIARA RAGGI

Crediti:

L’immagine di copertina è uno scatto di Tamara Casula

Qui sotto trovate il link per ascoltare Mosaico di Chiara Raggi e, se vi piace, trovare  il link per acquistarlo e portalo “a casa con voi” – MdS