PSICOCOSE | ASCOLTARE IL SILENZIO
di Martina Baiocchi
Se in questo momento vi trovaste immersi nel silenzio come vi sentireste?
L’anno scorso vi ho parlato dell’importanza della musica, dei suoi effetti positivi sull’umore e sul benessere, ma non vorrei che si sottovalutasse il ruolo del silenzio.
Il silenzio che troviamo nella musica può indicare delle pause oppure la conclusione di un brano: sembra non avere quasi importanza, invece, a seconda di dove viene collocato e della sua durata, può avere tantissimi significati diversi. Spesso all’interno delle canzoni gli stop di silenzio vengono usati per infondere una sensazione di tensione che ci spinge a voler sentire come viene risolta, oppure possiamo riconoscere un silenzio prolungato, magari percepito come pesante, alla fine di una canzone emotivamente molto intensa.
Ma che cos’è il silenzio? La sua definizione è “relativa o assoluta mancanza di suono o rumore”. Non credo, però, sia da intendere come un’assenza, perché noi in qualche modo lo riempiamo sempre. Appena c’è silenzio diamo voce ai nostri pensieri che iniziano a correre liberi e a farsi sentire in modo sempre più chiaro. Può essere visto come un’occasione di riflessione, di pausa e di contatto con sé stessi, ma può avere anche un lato d’ombra. Infatti, in alcuni casi il silenzio viene usato come arma psicologica: si parla di trattamento del silenzio. Esso consiste in un abuso emotivo silenzioso che ha lo scopo di controllare, punire o disarmare chi lo riceve e può innescare confusione, dubbi o persino sensi di colpa. Quindi bisogna fare attenzione a tutte le sfaccettature del silenzio e stare bene in ascolto di ciò che comunica. Sì, perché anche attraverso il silenzio si può comunicare. Nello specifico si parla di comunicazione implicita o non verbale, proprio per l’assenza di linguaggio. In questi casi ciò che si trasmette sono le emozioni, le più disparate.
Si può stare in silenzio per rabbia, per tristezza, per vergogna, o per condividere un momento di grande felicità: il silenzio ha tante facce ed è per questo che, prima di cercare di romperlo subito, si deve ascoltare e provare a capire che messaggio trasmette. Ciò è da fare sia se si è da soli, sia in relazione ad altri, poiché in questo modo viene favorita la sintonizzazione, nel primo caso interiore e nel secondo interpersonale. Per sintonizzazione si intende la capacità di entrare in contatto e riflettere su aspetti di sé in modo da sviluppare maggiore empatia e compassione verso gli altri.
Viviamo in una società in cui siamo costantemente circondati da stimoli, da tantissimo rumore e tendiamo a voler riempire ogni singolo momento, senza lasciare spazio al vuoto. Tutto ciò rende il silenzio intollerabile e fa perdere l’abitudine, fondamentale per il nostro benessere, della pausa, dell’ascolto e della percezione anche a livello fisico di se stessi. Per questo motivo vi ho posto la domanda iniziale: non dimenticatevi di prestare attenzione a come vi sentite negli attimi di silenzio, potreste scoprire o comprendere meglio aspetti di voi e degli altri.
Crediti:
L’immagine di copertina è una illustrazione dedicata di @chimbo.gne [IG]