Skip to content Skip to footer

Rubrichelli #19 | FOTOGRAFIE

FOTOGRAFIE
di Giulia Pratelli

A me piace la fotografia, tantissimo. 

Non sono esperta e non ho conoscenze tecniche, mi piace l’idea di fermare un momento, uno sguardo sulle cose. Ho ricevuto in regalo una macchina fotografica istantanea per Natale e me ne sono innamorata: non è perfetta come le super fotocamere che hanno ormai tutti i nostri cellulari ma mi piace poter toccare subito quella piccola cosa, spesso sprecisa, sfuocata, a volte anche bruttina, che ferma un momento irripetibile e te lo consegna per sempre.
Da qualche anno mi appassiono ciclicamente a un artista di questo mezzo espressivo incredibile: mi è successo con Doisneau e Vivian Maier e qualche giorno fa sono inciampata nella storia di Julia Margaret Cameron. 

Non ricordo come sia successo ma mi ha letteralmente rapita.

Di lei raccontava Virginia Woolf, che ne era pronipote, ma non solo: il suo nome si fece presto strada, andando incontro a critiche e obiezioni perché la sua tecnica non era sufficientemente buona e le sue fotografie sembravano quelle di “una pazza”. 

Julia Margaret iniziò a fotografare sulla soglia dei 50 anni, grazie al regalo di sua figlia che voleva aiutarla a trovare un hobby per non annoiarsi, dovendosi trasferire per seguire il marito nel 1863. 

Non fu solo un hobby: nella sua Glass House (una camera oscura ricavata da un pollaio) iniziò a sperimentare, specializzandosi nei ritratti e soprattutto in una nuova interpretazione del reale. La fotografia per lei doveva aiutare a raffigurare la realtà per come appare nella nostra mente, con contorni sfumati e tinte tenui, lontana da un’ideale di perfezione e di mera riproduzione. Andate a cercare le sue opere, non sembrano spesso quadri preraffaelliti? Le figure sono fuori dal tempo, immerse nella natura e sospese in un universo parallelo, ma allo stesso tempo capaci di sguardi che scavano a fondo e ci chiamano a partecipare, ad essere presenti in quel loro mondo etereo, indefinito eppure concreto. 

Se questa rubrica fosse un’enciclopedia femminile vi direi che Julia divenne la prima donna ammessa alla Royal Photographic Academy e che tra i suoi ritratti potete trovare quello di Darwin e di molti altri personaggi illustri della sua epoca. Vi direi che è considerata la prima fotografa della storia (almeno per quel che sappiamo), una delle ritrattiste più famose di sempre, e che è  probabilmente con lei che nasce la ricerca artistica in questo campo, sulla scia di ricerche assolutamente personali, ben distanti da qualsiasi volontà di commercializzazione… ma questa non è un’enciclopedia femminile, o forse sì. Mi sono accorta che negli ultimi appuntamenti vi ho raccontato in qualche modo sempre di donne e di piccole o grandi rivoluzioni, anche senza averlo preventivato in partenza. Forse è quello che succede quando si ha a disposizione uno spazio libero in cui raccontare e raccontarsi, una fortuna non da poco di cui dispongo da più di diciannove mesi.

Nonostante non sappia dirvi che piega prenderanno questi nostri appuntamenti, vi consiglio di immergervi nel mondo meraviglioso di questa artista, che sono sicura saprà rapirvi o almeno incuriosirvi.
Vi prometto che ci saranno sempre dieci canzoni ad aspettarvi e ad accompagnare la vostra lettura e anche stavolta sono lì, in una playlist su Spotify, che racchiude canzoni che in qualche modo sono anche fotografie.

Non so cosa vi racconterò la prossima volta, ma se vorrete tra un mese ci troviamo di nuovo qui.

State bene.

RUBRICHELLI #19 | FOTOGRAFIE

Crediti:

L’immagine di copertina è una illustrazione de La Tram [IG: @itslatram]