CAMMINARE
di Giulia Pratelli
Mi piace camminare, tanto, e sono pigra, molto.
Nei miei periodi da persona seria e assennata vado a camminare tre giorni a settimana ma spesso non lo faccio o perché non ho tempo o perché non lo trovo o perché non lo so nemmeno io. Vorrei camminare di più e a volte la situazione mi sfugge di mano, come nelle ultime settimane: mi prendono “le frégole” come si dice qui dalle mie parti, uscirei continuamente per andare in bosco o tra i campi, e poi finisce che faccio tardi per tutto il resto delle cose che devo fare.
La scorsa estate sono partita con mio fratello per percorrere un tratto della Via Francigena, da Altopascio a Siena in 5 giorni. È stato bellissimo e in realtà vorrei rifarlo, avrei voluto rifarlo subito, anzi non mi sarei proprio voluta fermare. Stare in cammino è meraviglioso: ci fa vedere da un altro punto di vista anche posti che pensavamo di conoscere bene, ci fa conoscere persone che non avremmo mai incontrato altrove e ci aiuta a superare qualche piccolo o grande limite. C’è una canzone dei Negramaro che dice “sei tutti i limiti che superi” e se è una cosa che si impara giocofòrza tutti i giorni, in cammino lo si impara ancora di più.
Si impara anche che, sì, la meta è il viaggio stesso ma a volte la meta è fondamentale per il viaggio: avere un obiettivo che ti fa continuare a muovere le gambe anche quando sembrano di legno, vedere un puntino lontano che non è altro che il paese o la città di arrivo, che lentamente si avvicina e diventa più grande, è fondamentale per darci la forza di e la voglia di non fermarsi.
Che bello partire, zaino in spalla e via.
Non proprio “e via”, in effetti: bisogna stare attenti a quel che portiamo, perché ci sia tutto quello di cui potremmo avere bisogno ma al tempo stesso il peso non sia troppo. Lo zaino sulle spalle si fa sentire e anche se all’inizio non sembra pesante poi lo diventa, man mano che aumentano i km sulle gambe, la fatica, il sudore… e quei sette kg che sembravano uno scherzo pesano come un macigno.
C’è da scegliere quanti cambi portare (pochi!), quale borraccia usare, se procurarsi i bastoncini da trekking, se prendere un libro (piccolo!), un cappello, un k way, quali scarpe portare… *
Lo zaino del cammino sembra un po’ come le cose della vita, quello che si impara, le esperienze che attraversiamo, le cose che ci capitano: qualcosa ci resta attaccato per sempre e diventa un pezzettino del nostro mosaico, che continua a comporsi giorno dopo giorno, ma non dobbiamo lasciare che i frammenti diventino macigni e ci impediscano di muoverci. Un passo alla volta, in qualche modo, bisogna andare e si va.
Vi lascio tutta la mia voglia di ripartire e 10 canzoni, per rispettare le nostre promesse, con le voci e le parole di altrettanti artisti che ci raccontano di passi fatti e da fare, pezzi rimessi a posto, luoghi lontani e posti nascosti nel più profondo di noi stessi.
Che vi porti lontano o che punti dritto a casa, che duri qualche ora o diversi giorni, che sia sotto il caldo asfissiante o in mezzo alla pioggia: buon cammino.
Vi scrivo tra un mese.
* In ogni caso, prima di partire, chiedete informazioni a chi ha già fatto i Cammini, sul web si trovano tantissime indicazioni e racconti di esperienze interessanti e utili. Ci sono libri, come Volevo solo camminare di Daniela Collu… insomma: fate incetta di tutto e poi costruite, con prudenza, il vostro modo di affrontare il viaggio, che alla fine comunque vi sorprenderà.
RUBRICHELLI | Camminare #9
Crediti:
L’immagine di copertina è una illustrazione de La Tram [IG: @itslatram]